Stanze in luogo di

Lla percezione dell'insicurezza nell'epoca della comunicazione globale. E' un dispositivo costruito tessendo insieme la miriade di suggestioni, storie, esperienze vicine e lontane che ci arrivano dai media e dal web. E' un percorso di conoscenza che focalizza l'attenzione su un quartiere periferico di Milano, abitato da una popolazione di nuovi e vecchi immigrati, costruito sulle esperienze dirette di chi vive il luogo. Alla base della ricerca l’influenza dei media e delle problematiche globali sui comportamenti quotidiani e sulle questioni locali.

Stanze in luogo di è un progetto di arte contemporanea che si ispira a processi partecipativi e alla creazione di piattaforme di dibattito. Focalizza l'attenzione sulla percezione dell'insicurezza e sulla costruzione dei suoi scenari, partendo da due ambiti di riflessione: l'incidenza a livello locale delle problematiche globali e l'analisi del linguaggio dei media. Lo scopo è di attivare una macchina culturale capace di offrire più livelli di lettura dei fenomeni in questione, soffermandosi sullo scarto che spesso esiste tra la realtà e la sua rappresentazione nel linguaggio mediatico e di invogliare il pubblico ad una percezione diversa e meno passiva di notizie e immagini. Milano e l’area metropolitana sono il palcoscenico da cui far emergere una gamma di suggestioni e criticità ispirate a problematiche che riflettono una più generale questione globale. Particolare attenzione viene dedicata alle periferie con un'azione che si svolge in un quartiere di nuova costruzione nel territorio del comune di Senago, microcosmo rappresentativo di una realtà diffusa nell'area metropolitana. Il quartiere, caratterizzato dal fatto di essere prevalentemente abitato da immigrati di vecchia e nuova generazione, è stato scelto per ospitare dei laboratori al fine di analizzare il fenomeno della convivenza tra gruppi sociali di diversa cultura. Il progetto si sviluppa lungo due direttrici principali: il processo, come azione diretta sul territorio e la rappresentazione, cioè la trasposizione dal piano pubblico a quello privato della mostra. L’opera sarà il risultato e la sintesi di più azioni che mobilitano diverse realtà. Il teatro sociale come strumento di lettura e conoscenza del territorio, workshop sul tema della convivenza, della percezione dell’insicurezza e dell’integrazione, in collaborazione con il gruppo Teatro Periferico. L’analisi del linguaggio web e dei media, in collaborazione con Manufatti Audiovisivi e Qflim. Un video composto di spezzoni, frammenti colti dal web e dai media, una frenetica carrellata che descrive gli scenari e gli immaginari dell’insicurezza e la capacità della violenza di auto-propagazione. La raccolta di storie, le interviste e i materiali prodotti durante i laboratori saranno utilizzati per la scrittura di una micro-drammaturgia che sarà rappresentata dal vivo nei giorni dell'evento in Triennale. Il pubblico si troverà di fronte l'installazione di un set teatrale dove si svolge una performance e quando gli attori lasciano il palco un televisore posizionato a terra rimanderà le immagini della piéce . Un palcoscenico molto essenziale: una pedana a ferro di cavallo, una proiezione video su muro, leggio, microfoni e luci.

Il progetto, in forma di pièce teatrale, è stato presentato in occasione di inCONTEMPORANEA4, a cura di Gaby Scardi, presso il Palazzo della Triennale di Milano, nel 2009.

IT